John Smith
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I link interni sono uno degli strumenti più potenti – e talvolta sottovalutati – della SEO tecnica. A differenza dei link esterni, che collegano un sito a un altro, i link interni connettono le pagine di uno stesso dominio, definendo l’architettura informativa e il flusso di navigazione degli utenti.
Un buon sistema di internal linking non serve solo a rendere più semplice e fluida la fruizione dei contenuti: è anche uno dei modi più efficaci per ottimizzare la distribuzione del valore SEO (link equity) all’interno del sito. In questo articolo vedremo:
che cosa sono i link interni e a cosa servono;
come incidono su SEO e user experience;
i principi per costruire un’architettura di linking efficace;
errori da evitare e buone pratiche da seguire.
Un link interno è un collegamento ipertestuale che porta da una pagina di un sito a un’altra pagina dello stesso dominio. Può trovarsi in:
menu e sotto-menu di navigazione;
testi e articoli (anchor text contestuali);
box di contenuti correlati;
breadcrumb e footer.
Dal punto di vista dell’implementazione, i link possono essere realizzati in semplice HTML o con funzioni javascript più o meno articolate. Se anche dalla prospettiva dell’utente queste differenze non hanno alcun impatto sulla navigazione, dobbiamo tenere presente che per poter sviluppare un impatto SEO i link devono essere implementati con soluzioni teniche compatibili con la capacità di analisi dei motori di ricerca, sia di quelli più evoluti come Google, sia di tutti gli altri, AI based e non. Per semplicità di esposizione, ci limiteremo a dire che ogni considerazione sull’impatto del linking interno sulle performance SEO contenuta in questo articolo dà per scontata un’implementazione SE-Friendly dei link, ossia con classico HTML:
<a href=”/pagina-destinazione”>Testo descrittivo del link</a>
In sintesi, i link interni di un sito svolgono le seguenti funzioni:
Usabilità e navigazione
Consentono agli utenti di navigare il sito in modo lineare, approfondire le varie tematiche trattate o esplorare contenuti correlati. Se ben strutturati, incidono positivamente sulla user experience e favoriscono un’interazione più profonda dell’utente, aspetti che si traducono in un miglioramento parametri qualitativi del traffico quali bounce rate, page views per sessione e tempo medio di permanenza dell’utente.
Gerarchia dei contenuti
I collegamenti interni di un sito ne definiscono l’architettura informativa e quella che i motori chiamano “site hierarchy”, ossia la struttura “gerarchica” delle informazioni distribuite in pagine principali, sottosezioni ed eventuali ulteriori livelli di dettaglio.
Distribuzione del valore SEO
I link interni veicolano il link juice dalle pagine più in vista nell’architettura informativa – a partire dalla home page, collettore principale degli incoming link – a quelle collocate in aree più defilate della site hierarchy, conseguentemente meno visibili. Una distribuzione strutturata di link equity favorisce le migliori performance complessive della property, in quanto le pagine più generiche risulteranno più forti e potranno competere in scenari maggiormente competitivi, mentre quelle in secondo piano potranno comunque guadagnare visibilità nel loro ambito semantico di riferimento, decisamente più specifico e caratterizzato da un livello di competitività più blando.
Tematizzazione delle risorse – I testi descrittivi dei link (anchor text) svolgono la funzione di etichette che, se ben costruite, anticipano il contenuto della pagina di destinazione. Lato motori di ricerca, link ben concepiti con ancore parlanti contribuiscono a una migliore tematizzazione della pagina linkata, favorendo una sua maggiore visibilità nelle pagine dei risultati generati da ricerche che trovano risposta nel suo contenuto.
I crawler (spider) dei motori di ricerca fanno affidamento sui link per scoprire e scansionare nuove pagine. Una struttura interna ben organizzata permette una scansione più efficiente, evitando sprechi di crawl budget e favorendo la valorizzazione delle risorse incardinate nell’architettura informativa attraverso una corretta distribuzione di link juice. Una risorsa raggiungibile solo da sitemap.xml, per capirci, esprimerà performance molto inferiori rispetto a quella correttamente raggiungibile con una normale scansione, proprio perché non potrà fruire del valore SEO veicolato dai link interni.
In media, le risorse che ricevono più link interni tendono a performare meglio in termini SEO. Inoltre:
le pagine raggiungibili direttamente o in pochi clic dall’homepage vengono considerate più importanti sia dagli utenti che dai motori;
le pagine che richiedono molti passaggi per essere raggiunte vengono percepite come secondarie
Riassumendo: la prominenza di una pagina nell’architettura informativa e il numero di link interni ricevuti determinano generalmente una grande differenza di prestazioni organiche a parità di contenuto.
Un sito web può essere visto come una rete in cui il linking interno definisce il percorso di utenti e crawler.
Homepage → sezioni principali → sottocategorie → contenuti di dettaglio: questa piramide deve essere chiara e facilmente navigabile.
Il flusso di valore SEO scorre attraverso i link: più un nodo riceve collegamenti, più viene rafforzato.
Per questo motivo è importante che il linking riguardi solo risorse disponibili e indicizzabili. Non dovrebbero mai ricevere link interni:
pagine in errore (404);
risorse redirette;
URL con noindex;
versioni canonicalizzate;
pagine bloccate da robots.txt.
Ogni link interno che porta a una risorsa non disponibile rappresenta uno spreco di valore SEO. Nel caso di risorse non canoniche, inoltre, i link interni rappresentano segnali contrastanti con le indicazioni di canonicalizzazione e rendono probabile un loro mancato recepimento da parte dei motori.
Il menu di navigazione principale definisce la gerarchia dei contenuti ed è la principale bussola per utenti e motori. È il primo livello di internal linking e il più importante agli occhi dei motori, in quanto presente in ogni pagina del sito (menù sitewide). Può contenere voci strutturate in più livelli, ma nella sua progettazione è bene tenere a mente alcune considerazioni:
La formula del PageRank originaria prevedeva il passaggio di valore da una pagina all’altra così calcolato
(PageRank della pagina attiva / numero totale di link) – fattore di dispersione
Questo significa che l’aumentare del numero di link in una pagina implica una diminuzione del link juice veicolato da ciascun collegamento alla risorsa di destinazione. Considerando che non tutte le risorse hanno uguale importanza nell’economia di acquisizione organica del sito, è decisamente sconsigliabile inserire troppi collegamenti nel menù o realizzare il cosiddetto “megamenu”;
Il menù di navigazione è un elemento molto prominente nel layout del sito e per questa ragione dovrebbe presentare i collegamenti più importanti per la navigazione degli utenti e l’attività di scansione dei motori. I link alle pagine di servizio del sito – ad esempio, quelle dedicate alla privacy policy, alla gestione cookie eccetera – dovrebbero essere inseriti in aree più defilate del layout, come il footer.
Inseriti all’interno dei testi, guidano gli utenti verso approfondimenti e trasmettono contesto semantico. Un buon anchor text deve essere descrittivo e pertinente al contenuto di destinazione. I link andrebbero inseriti con buon senso all’interno del contenuto testuale – non anche, ad esempio, sulle intestazioni – evitando una loro eccessiva proliferazione così come l’inserimento di più link puntati verso la stessa destinazione.
Spesso proposti in fondo a un articolo o in box laterali (“Potrebbe interessarti anche…”), i link correlati indicano agli utenti contenuti tematicamente affini, facilitandone la fruizione e favorendo un aumento del tempo di permanenza sul sito.
Mostrano il percorso gerarchico della pagina e facilitano sia l’orientamento dell’utente sia la comprensione della struttura del sito da parte dei motori. E’ buona norma dotare i menù breadcrumb degli appositi dati strutturati, per facilitare ulteriormente l’analisi della loro conformazione anche da parte di motori di ricerca meno evoluti come quelli AI based.
Possono contenere link utili alle sezioni più importanti così come a pagine di servizio, ma vanno usati con moderazione per non creare ridondanze e non apparire sovra-ottimizzati ai motori di ricerca.
La progettazione di un’architettura efficace dovrebbe tenere in considerazione i bisogni informativi dell’utenza espressi attraverso la ricerca online. Valutare il parco contenuti del sito sotto questo profilo aiuta non solo a definire percorsi di navigazione capaci di mettere in maggiore risalto i contenuti più interessanti per l’utenza, ma anche a definire etichette di navigazioni “familiari” per i navigatori. Per questi motivi, un’attenta analisi delle ricerche è un passaggio preliminare sempre consigliabile.
Nella strutturazione del menù principale del sito e dell’architettura informativa in generale è bene attenersi a una semplice regola empirica: ogni pagina rilevante in ottica di acquisizione del traffico organico dovrebbe essere raggiungibile in non più di 3 clic dall’homepage. La ragione è intuitiva: non ha alcun senso seppellire i contenuti importanti di un sito all’interno della struttura dei collegamenti, rendendoli difficilmente individuabili dagli utenti.
Un link interno funziona meglio se inserito in un contenuto tematicamente vicino. Ad esempio: un articolo su “scarpe running” dovrebbe linkare a una guida su “scegliere la misura giusta”, non a un post su “borsette estive”.
La posizione del link incide sul suo valore: un link inserito all’inizio di un articolo o in un elemento grafico (bottone, immagine linkata con alt text) ha più peso di uno inserito a fine pagina o, comunque, in posizione defilata.
Link rotti: puntano a pagine non più esistenti (404).
Loop e catene di redirect: riducono l’efficacia e rallentano la navigazione.
Anchor text generici (“clicca qui”, “leggi di più”): non danno informazioni né all’utente né al motore.
Sovraottimizzazione: usare sempre lo stesso anchor text può sembrare artificiale.
Eccesso di link in pagina: troppi collegamenti confondono e disperdono valore.
I link interni non sono solo un aiuto per la navigazione: rappresentano uno degli strumenti SEO più potenti per definire l’architettura informativa, distribuire il valore tra le pagine e guidare i motori di ricerca verso i contenuti più importanti.
In sintesi:
Le pagine con più link interni e raggiungibili dall’homepage in pochi clic sono considerate più importanti. Il linking interno definisce il flusso di valore SEO e deve coinvolgere solo risorse disponibili e indicizzabili. Un internal linking ottimizzato migliora UX, crawlability e ranking.
Il linking interno definisce il flusso di valore SEO e deve coinvolgere solo risorse disponibili e indicizzabili.
Un internal linking ottimizzato migliora UX, crawlability e ranking.
Il linking interno definisce il flusso di valore SEO e deve coinvolgere solo risorse disponibili e indicizzabili.
Un internal linking ottimizzato migliora UX, crawlability e ranking.
Ottimizzare i link interni non richiede grandi investimenti tecnici, ma attenzione, coerenza e costanza. È un’attività che paga nel medio-lungo periodo, sia in termini di visibilità organica sia di soddisfazione dell’utente.